whypost: I luoghi comuni sul cibo: i miti da sfatare

I luoghi comuni sul cibo: i miti da sfatare



Fra coloro che cercano di sfatare i luoghi comuni sugli alimenti, che a volte fanno semplicemente sorridere ma che spesso possono anche risultare pericolosi per la salute, c’è il biologo Luciano Atzori, Segretario Nazionale dell’Ordine dei Biologi nonché esperto nella Sicurezza degli Alimenti e Tutela della Salute, a cui abbiamo chiesto di aiutarci a fare luce sui falsi miti in tema di alimentazione, scegliendo i 5 più difficili da sfatare.
 Dottor Atzori, come e perché nasce un falso mito sul cibo?
«Sin da piccolo cresciamo con l’idea che “se lo dice la mamma, allora è giusto così” e quindi non ci poniamo domande se lo sia davvero oppure no. Ma accanto a questi falsi miti che si tramandano di generazione in generazione, senza un motivo specifico, ce ne sono invece altri che derivano direttamente dagli spot televisivi ed è in particolar modo a questi a cui bisogna fare attenzione»
Qual è il luogo commune in tema di cibo potenzialmente più pericoloso per la salute?
«Non esiste un solo luogo comune pericoloso, perchè potremmo citarne diversi. Ne scelgo due, giusto per rendere l’idea: dare da bere un superalcolico ad una persona con la pressione bassa o appena svenuta, col rischio di farla soffocare, o ritenere gli alimenti “home made” più sani di quelli industriali. In realtà, per quanto concerne quest’ultimo esempio, a volte è vero il contrario, vedi il caso dei salumi fatti in casa, che possono contenere una dose eccessiva di nitrato di sodio, che dà sì un bel colore rosso vivo alla carne, ma rischia di essere cancerogeno per l’organismo». 
Come si superano le false credenze? 
«È molto difficile sradicare le convinzioni in cui una persona crede magari da anni, ma è possibile ottenere riscontri scientifici precisi, ovvero che consentano di avere risposte affidabili, rivolgendosi ad esperti del settore, da preferire senz’altro a quanti possono dare consigli in perfetta buona fede, ma basati sul “sentito dire”». 
1. IL LATTE PROTEGGE DALL’AVVELENAMENTO
«Luogo comune fra i più diffusi, ma anche fra i più pericolosi, il latte non solo non serve a proteggere da un’eventuale sostanza tossica ingerita, ma in alcuni casi può addirittura peggiorarne gli effetti: i grassi in esso contenuti possono infatti solubizzare alcuni veleni liposolubili, diffendendoli così più rapidamente nell’organismo e aggravando l’intossicazione».
2. I MIRTILLI ALLUNGANO LA VISTA
«I mirtilli (ovvero, il “Vaccinium myrtillus” o “mirtillo nero” e il “Vaccinium vitis-idaea” o “mirtillo rosso”) contengono betacarotene, che in effetti ha la proprietà di migliorare la visione notturna, ma questa sostanza è contenuta in tanti altri alimenti (soprattutto verdure e frutta, ma non solo) e pure in concentrazioni maggiori. Pertanto, in condizioni di normale regime alimentare e in assenza di specifiche patologie, è difficile che l’organismo possa soffrire di una carenza di provitamina A ma, al contrario, soprattutto in Occidente, può averne in eccesso».
3. IL PESCE FA BENE ALLA MEMORIA
«Potremmo definirlo un riuscitissimo “pesce d’aprile” perchè se è vero che il fosforo ha delle innegabili virtù (contribuisce alla formazione di ossa e denti e alla costituzione di importanti molecole ed è utile a molti organi, fra cui il cervello, dove avvengono fra gli altri anche i processi mnemonici) non è però vero che il pesce ne sia la fonte privilegiata, visto che carne, formaggi, rosso d’uovo e molti farinacei ne contengono la stessa quantità, ovvero 150 mg per 100 grammi».
4 – GLI SPINACI PER ESSERE COME BRACCIO DI FERRO
«Qualunque sia la causa della carenza di ferro, di certo l’aggiunta di spinaci nella dieta non aiuta a risolverla, visto che questi ortaggi contengono una percentuale irrisoria di ferro: ovvero, circa 2,7 mg di ferro ogni 100 grammi contro gli 8,8 mg del fegato bovino, gli 8,2 del muesli o i 5 del cioccolato fondente. Non bastasse, a differenza del ferro bivalente che è contenuto negli alimenti di origine animale e che viene assorbito fra il 10% e il 30% dal nostro intestino, quello fornito dai vegetali (detto “ferro trivalente”) è assimilato solo in piccolissima parte, ossia, fra il 2 e il 10%».
5 – IL CIOCCOLATO FA MALE
«Guardato con sospetto dalla Chiesa fin dal XVI secolo, per il piacere che procurava, in realtà il cioccolato, ricavato dai semi dell’albero di cacao, è un valido antistress e un blando antidepressivo, ma protegge anche il sistema cardiocircolatorio, aiuta a ridurre il colesterolo cattivo e contrasta la fatica psichica. Ovviamente, ma questa è una regola che vale per qualunque alimento, non bisogna esagerare (per evitare un eccesso di calorie, grassi e zuccheri) e sarebbe meglio sceglierlo nella versione fondente, perché tutti i benefici elencati diminuiscono con l’aumentare della percentuale di latte, mentre è sempre da sconsigliare per chi soffre di emicrania e può essere letale per alcuni animali».

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